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LA BUONA FAMIGLIA 347


Costanza. Certo, signore, stamattina è stato avvisato che quel mercante, che ieri gli ha promesso quella partita di cere, ha trovato di migliorar il negozio con altri, e vuol mancar di parola.

Anselmo. E per questo vuol far lite Fabrizio? No, per amor del cielo; s’aggiusti, se può, con reputazione, ma non faccia lite. E Cecchino dov’è? E andato ancora alla scuola?

Costanza. Non signore, è di là che fa la lezione.

Anselmo. Voleva dire, che fosse andato senza baciarmi la mano! Quando ha finito la sua lezione, ho una cosa da dargli.

Isabella. E a me, signor nonno?

Anselmo. Anche a voi, se la meritate.

Isabella. La merito io, signora madre?

Costanza. Non so...

Lisetta. Eh, la merita sì, la merita. Quattro matasse ha dipanato stamane.

Anselmo. Quattro matasse? Brava.

Isabella. E faremo la tela, e faremo delle camiscie al signor nonno.

Anselmo. Oh tenete, che vi voglio dare una cosa buona.

Isabella. Davvero?

Anselmo. Ecco un pezzo di torta con il candito. (tira fuori della torta)

Isabella. Oh buona!

Lisetta. E a me?

Anselmo. Te la meriti? (a Lisetta)

Isabella. Signor sì. Ha empito un fuso a quest’ora.

Anselmo. Ce ne sarà anche per te dunque della torta.

SCENA III.

Franceschino e detti.

Franceschino. E a me niente?

Anselmo. Ah briccone, hai sentito l’odore eh?

Franceschino. Ho sentito ch’era qui il signor nonno, son venuto a baciargli la mano.

Anselmo. Tieni. (gli dà la mano) Ti piace la torta?

Franceschino. Mi piace.