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A SUA ECCELLENZA

LA SIGNORA

CAMILLA BARBARICO

BAGLIONI.


A

LLORA quando (Nobilissima Dama) mi venne in pensiero di dare al pubblico una Commedia sulla immagine di una Buona Famiglia, desiderai con quest’opera più di giovare, che di piacere, ed impiegai ogni studio per innamorare gli spettatori di quella pace amenissima, che fra i legami dell’onesto amore e del sangue mantiene la vera felicità. Durai non poca fatica nell’immaginare i caratteri all’argomento proporzionati, mentre sendo io accostumato valermi in altre occasioni di quei difetti, di quelle virtù, che praticare ho veduto, non mi è riuscito in allora fissare l’occhio in alcuna Famiglia, che per la vera bontà di tutti quelli che la compongono, servisse a me di prototipo, per agevolarmi l’impresa. Non è facile trovare al mondo in una casa medesima tante persone buone, che tutte contribuiscano alla comune tranquillità; ed una sola che abbia l’animo diversamente inclinato, basta a rompere quella catena che è opera solo della concordia; laonde ho dovuto figurarmi da me medesimo tante virtuose persone in una sola casa raccolte, le quali per l’uniformità dei pensieri, e delle ottime inclinazioni, e del vicendevole amore e rispetto, servissero altrui d’esempio, e un’idea proponessero della Buona Famiglia. Se prima di comporre una tal Commedia, avessi avuto la sorte che posteriormente ho ottenuta, di conoscere internamente la virtuosa Famiglia di V. E.1, avrei avuto più largo campo di tessere il mio disegno, e provveduto mi avrei di que'

  1. La presente lettera di dedica fu stampata in testa alla Buona famiglia l’anno 1738, nel t. IV del Nuovo Teatro Comico dell’avv. C. G., ed. Pitteri di Venezia.