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I MALCONTENTI 309


Geronimo. Oh, sentite ora come all’avvocato vostro risponde il mio. Finalmente non volevate prendere che roba vostra. Come sapete voi gli interessi di questa casa, voi che col bell’esempio di vostro padre trascurate d’interessarvene, per non soccombere alla fatica di un cotal peso? Chi vi assicura, che le rendite annuali vostre bastino alle spese quotidiane della famiglia, onde possiate dir francamente che quegli avanzi sian vostri? No, che vostri non sono; poichè derivano essi dall’industria mia, da miei traffichi particolari, e sono frutti onorati de’ miei sudori. Sono vostri, egli è vero, in quanto l’amor mio a vostro pro li destina; ma non per farne mal uso, non per convertirli vilmente in passatempi, in gozzoviglie, in villeggiature. Evvi una figliuola da collocare. Voi avete bisogno di un onorato impiego per mantenervi. E, in necessità vostro padre di assicurarsi il pane della vecchiaia. Il mio scrigno è il vostro deposito; ma voi insidiandolo barbaramente, siete un figlio snaturato, un ingrato nipote, un nemico del vostro sangue medesimo. Il signor Ridolfo, persuaso delle vostre ragioni, vi prestava amorosa assistenza. Lo crederei fors’anche, se non sapessi di certo esser egli in grado di pretendere da voi il prezzo dell’amicizia, per rimediare ai disordini della pessima sua condotta. I mille scudi negati onoratamente dal zio, si procurano dal nipote. Non si consiglia a rubare, ma gli si tien mano perchè lo faccia; si fomenta la gioventù, si dà scandalo ai più pusillanimi, si eccita col mal esempio, e poi si potrà dir francamente: siamo due galantuomini, siamo persone oneste, incapaci di commettere una furfanteria? Le persone onorate non antepongono alla propria riputazione il piacere, il chiasso, il divertimento. È un’azione onorata quest’ultima che fatta avete nella camera di un uomo che stenta per una famiglia non sua, che aumenta per il bene de’ suoi nipoti, che ama i nipoti suoi, come se fossero di lui figliuoli? Vergognatevi. (a Grisologo) Vergognatevi. (a Ridolfo) Vergognatevi. (a Policastro) Il mio avvocato ha ragionato così.

Policastro. Vergognatevi a me pure? Come c’entro io?