Rinaldino. Se avete troppo caldo, vi farò un po’ di vento.
Pedro. Soffrire più non voglio, signora, un tal strapazzo.
Marianna. Compatite, don Pedro; egli è alfine un ragazzo.
Fabio. (La madre il compatisce. Farà buona riuscita). (da sè)
Pedro. (Il desio di viaggiare mi fa far questa vita).
Rinaldino. Dov’è la cioccolata? (a Fabio)
Marianna. La prenderemo poi.
Fabio. Verrà il padrone...
Rinaldino. Intanto la beveremo noi.
Fabio. Con vostra permissione... (in atto di partire)
Rinaldino. Noi vi abbiamo mandato.
Fabio. Grazie alla sua bontà. (Che giovine garbato!)
(ironicamente, e parte)
Marianna. Giudizio, Rinaldino, giudizio, se potete.
Pedro. Ei ne ha poco, signora.
Rinaldino. Voi non me ne darete.
Perchè lessi in un libro: chi l’ha, lo tien per lui;
Quello che non si ha, non si può dare altrui.
Pedro. Bravo, spiritosissimo. (ironicamente)
Marianna. Parlar così non lice.
(Per altro ha un bel talento. Che memoria felice!)
(piano a don Pedro)
Pedro. (Ha talento: egli è vero; ma se nol moderate,
Un dì vi farà piangere).
Marianna. (Oh via, non mi seccate).
Rinaldino. Madame, si vù plè... (accostandosi al tavolino, e leggendo)
Pedro. Vi par bella creanza?
(a donna Marianna)
Vedere i fatti altrui? Questa è troppa arroganza.
Rinaldino. Madame, si vù plè, buer la scioccolate.
Marianna. Legge bene il francese.
Pedro. E voi gliel’accordate?
Rinaldino. Buer le scioccolate. Da ridere mi vien.
Monsieur le Chevalier et un Françese coquen.
Marianna. Che dite? (a don Pedro)