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286 | ATTO SECONDO |
Felicita. Lasciatemi stare. Ho altro in capo io. (Sto a vedere che mi toccherà stare in città, o andare con quest’abito in villa. Sia maladetto!) (da sè; si pone a sedere con distrazione, coprendosi la faccia col fazzoletto.)
Grisologo. Signor padre. Dorme? Signor padre. (lo sveglia)
Policastro. Che c’è? Bravo, bravissimo. Eh? dove sono andati? L’avete finita la commedia?
Grisologo. L’ho principiata appena. Chi per una cosa, chi per l’altra, ciascuno è partito. Vuol ella sentir niente?
Policastro. Caro figliuolo, ho un sonno che non posso reggermi in piedi. La sentirò stassera al teatro. Lasciatemi andar un poco a dormire. (sbadigliando parte)
SCENA XV.
Il signor Grisologo e la signora Felicita; poi Grilletta.
Grisologo. Ma vorrei almeno finir questa scena. Sentitela voi, e ditemi la vostra opinione. (a Felicita)
Felicita. Dite, dite. (stando nella medesima positura)
Grisologo. La moglie di Cromuel.
Dunque fia ver che amico alla Britannia il fato
Abbia da’ colpi illeso il Protettor serbato?
Dunque...
Felicita. Venite, venite. Grilletta; che nuova c’è?
Grilletta. Niente.
Felicita. Non si è trovato?
Grilletta. Niente.
Felicita. Nè si troverà?
Grilletta. Niente.
Felicita. Per poco, per poco mi getterei da un balcone.
Grisologo. E bene?
Felicita. Lasciatemi stare, che non ho voglia di sentir commedie. (parte)