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I MALCONTENTI 281


Grisologo. Subito vi servo. Se il signore zio non vuole venire, suo danno; principieremo senza di lui.

Policastro. Già mio fratello non sa niente. Non sa far altro che numerar quattrini lui.

Ridolfo. Se fosse mio zio, farei che ne numerasse meno.

Grisologo. Alle volte vengono a me pure delle tentazioni...

Leonide. Spicciatevi, signore, perchè noi vogliamo andare in campagna, (a Grisologo)

Grisologo. Subito. (prepara il libro e si va accomodando)

Felicita. (E Grilletta non si vede con il vestito. Già lo prevedo. Mi converrà poi andare così. Andar certo; come si sia), (da sè)

Grisologo. Sono pregati del loro compatimento. Finalmente questa è la prima commedia che ho fatto.

Mario. E questa sera si rappresenta in teatro?

Grisologo. Sì signore, per servirla.

Mario. Spiacemi di non vederla. Restiamo qui questa sera, signor Ridolfo.

Leonide. Signor no, signor no, questa sera s’ha da partire; ed il signor Mario ha da venire con noi.

Mario. Come comanda la signora Leonide. Sentiamola dunque ora.

Grisologo. Certamente in teatro farà maggior figura, colla varietà delle voci, coll’azione de’ personaggi. Basta, m’ingegnerò di gestire alla meglio.

Roccolino. Bravo, me ne rallegro infinitamente.

Policastro. Ma via, principiate. Muoio di volontà di sentirla.

Leonide. Sarà breve, m’immagino.

Felicita. Ha una gran fretta la signora Leonide.

Leonide. L’averebbe anche lei, se si trattasse d’andare.

Felicita. Da questa sera a domani...

Grisologo. Signori, supplico tutti umilmente di ascoltare e tacere, poichè patisco assaissimo, quando leggo, se sento un menomo zitto. Principiamo.
 La Vita di Cromuel protettore dell’Inghilterra, commedia di carattere in versi.

Mario. La Vita di Cromuel? La vita d’un uomo in una sola commedia?