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280 ATTO SECONDO


Procuratore. Andrò volentieri. Ma prima vediamo, se vi contentate, i nomi di cui abbiamo parlato.

Geronimo. Sì, passiamo dallo studio; ve li do subito; già non principieranno sì presto.

Procuratore. La fa recitare questa commedia?

Geronimo. Questa sera, dic’egli.

Procuratore. Desidero si faccia onore.

Geronimo. E difficile, ne’ tempi in cui siamo. Si farà corbellare. Perchè una commedia riesca, non basta ch’ella sia buona. Vi vuol partito.

Procuratore. Il partito si fa col merito.

Geronimo. Si fa col merito? Si fa col merito?... Non mi fate dire, per carità. (parlano)

SCENA XII.

Camera grande.

Grisologo, Felicita, Leonide, Ridolfo, Roccolino, Policastro, Mario. Cricca indietro. Si tira innanzi il tavolino, in mezzo, per il signor Grisologo, e le sedie per tutti, e tutti si pongono a sedere.

Grisologo. Favoriscano accomodarsi. (siede nel mezzo)

Leonide. (Prendiamoci questa seccatura). (da sè)

Roccolino. Bravo, signor Grisologo, bravo, me ne rallegro con lei.

Leonide. Bravo gli dite, prima d’aver sentito niente? Vi rallegrate con lui troppo presto.

Roccolino. Son prevenuto che abbia a essere cosa buona. Bravo, me ne rallegro.

Grisologo. Obbligatissimo alle di lei grazie.

Policastro. E l’ha fatto in meno di quattro mesi, sa ella?

Roccolino. Così presto? bravo.

Policastro. Io non l’avrei fatta in quattro anni.

Ridolfo. Via, signore, non ci tenete più in pena. Fateci godere le vostre grazie.