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I MALCONTENTI 255


Ridolfo. Ho il bisogno per la villeggiatura. Non voglio privarmi di quello mi può bisognare in campagna.

Leonide. In questo non so darvi torto. Mi dispiace che il sarto verrà, ho promesso, e non so come disimpegnarmi.

Ridolfo. Ma voi non siete senza denari. Vi ho pur dato dieci zecchini l’altr’ieri; ne avevate degli altri.

Leonide. Questi non si toccano. Li tengo per giocare. Vorreste ch’io mi trovassi in un impegno senza denari?

Ridolfo. Avete ragione. Ma se viene il sarto...

Leonide. Se viene, se n’anderà come sarà venuto. Già m’immagino che or ora si partirà.

Ridolfo. Dubito che non si partirà così presto.

Leonide. I cavalli da posta sono venuti, sono giù nella stalla.

Ridolfo. Bene, che aspettino; e che diano da mangiare ai postiglioni, ed il fieno ai cavalli.

Leonide. Dunque si desina qui?

Ridolfo. Si desina qui certo.

Leonide. Il cuoco non sa niente.

Ridolfo. Avvisatelo che si desina qui.

Leonide. E la compagnia che deve venire con noi, sa che non si parte per ora?

Ridolfo. Ora manderò ad avvisare.

Leonide. Potrebbe restare a pranzo con noi, ma il cuoco non sarà a tempo.

Ridolfo. E poi, se non si partisse nè meno in tutt’oggi...

Leonide. Come! che! lo ponete in dubbio che si parta oggi? Sarebbe bella! S’ha da partire per assoluto. Ho fatto far le ambasciate, ho fatto le visite, mi sono licenziata dalla conversazione; e che oggi non si partisse? Non vi mancherebbe altro davvero. S’ha da partire, vi dico.

Ridolfo. Si partirà.

Leonide. Ma perchè lo poneste in dubbio?

Ridolfo. Non si potrebbero dar de’ casi?...

Leonide. Quai casi andate voi immaginando? Quando s’ha stabilito, si fa. S’ha detto di partire, si partirà.