Cavaliere. Lasciatemi finire.
Il Cavalier Giocondo. Il Cavalier Giocondo.
Il Cavalier Giocondo. Il Cavalier Giocondo.
(scrivendo il suo nome in vari biglietti)
Fabio. Per certo il vostro nome voi non vi scorderete:
Scritto questa mattina trenta volte l’avete.
Cavaliere. Altre tre, ed ho finito. Il Cavalier Giocondo.
Il Cavalier Giocondo. Il Cavalier Giocondo.
(come sopra)
Fabio. Ma che son quei biglietti?
Cavaliere. A vivere ho imparato.
Son divenuto un altro, dopo d’aver viaggiato.
Partendo da Bologna, facendo a lei ritorno,
In visite una volta spendeva tutto il giorno:
Ora con i biglietti supplisco ad ogni impegno.
Ah i Francesi, i Francesi, hanno il gran bell’ingegno!
Fabio. In Francia siete stato?
Cavaliere. Non ci fui, ma so tutto.
I miei viaggi, i miei viaggi, m’han d’ogni cosa istrutto.
Fabio. Siete stato in Germania?
Cavaliere. No.
Fabio. In Inghilterra?
Cavaliere. No.
Fabio. In Ispagna?
Cavaliere. Nemmeno.
Fabio. Fuor dell’Europa?
Cavaliere. Oibò.
Lasciata in gioventù la patria mia villana,
Detta Scaricalasino, sull’alpi di Toscana,
Per studiar son venuto ad abitar Bologna;
Ma viaggiar il mondo per imparar bisogna.
In pochissimo tempo veduto ho il monte e il piano
Di tutto il Modonese, di tutto il Parmigiano.
Sono stato a Ferrara. Verso Venezia andai;
Giunsi a Chiozza: mi piacque, e colà mi fermai.