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244 | ATTO PRIMO |
questo piacere in quest’anno, che ci facesse godere un poco di villeggiatura d’autunno; e se non può venir lui, verrà il signor padre. Non è egli vero, signor padre, non ci verrà ella volentieri con noi?
Policastro. Ci verrò io.
Geronimo. Ci andereste voi? (a Policastro)
Policastro. Eh, perchè no?
Geronimo. A far che ci andereste? (alterato)
Policastro. A far che, a far che? Ci anderei. A far che, a far che?
Geronimo. Già rispondete sempre a proposito.
Policastro. A proposito certo; rispondo1 a proposito io.
Felicita. Ci vanno tanti; perchè non ci possiamo andare anche noi?
Policastro. Ci vanno tanti, eh?
Felicita. Sì signore. Ci vanno ora anche questi che stanno sopra di noi. E alla signora Leonide hanno fatto un abito nuovo da viaggio, a posta per andar in campagna.
Geronimo. Ne vorreste uno anche voi?
Felicita. Lo vorrei certo.
Geronimo. Che dice il signor Policastro?
Policastro. Lo vorrebbe lei.
Felicita. Che dice il signor zio?
Geronimo. Ho che fare ora; ne parleremo poi.
Felicita. Ma questo poi, compatitemi, è troppo. Non mi voler contentare in niente. Signor padre, dica qualche cosa anche lei.
Policastro. Eh... contentatela.
Geronimo. Fatelo voi, se avete il modo di farlo.
Felicita. Lo farebbe lui, se il signor zio non facesse tutto da sè.
Policastro. Lo farei io, se ne avessi.
Felicita. Finalmente il signor padre è padre.
Geronimo. Certamente, è padre; ha messi al mondo due figli.
Policastro. Vi par poco, eh?
Geronimo. Ma non è buono da mantenerli.
Felicita. Che non ci sono le entrate?
Policastro. Che non ci sono le entrate?
- ↑ Nelle edd. Guibert-Orgeas, Zatta ecc. leggesi invece sempre.