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(les Rustres), le Massere (les Femmes de service, les servantes, etc), où l’on peut méme accuser l’auteur d’étre descendu quelques rangs trop bas (Aignan, in Théâtre Européen — Théâtre Ilalien, II.e sèrie, t. I, Paris, 1835, pp. 4-5).

L. Falchi, studioso soltanto degli «intendimenti sociali» del Goldoni, prima di parlare della Serva amorosa, a cui le Massere in certo modo si contrappongono, avverti che «in questa realistica rappresentazione, tutta veneziana» «scarsissime sono le traccie del sentimento dell’autore» e citò i versi finali (Intendimenti soc. di C. G., Roma, 1907, pp. 62-3). Della quale osservazione, giusta per il concetto, ma espressa in una forma poco felice, lo rimproverò M. Ortiz (Rassegna gold.a cit., p. 197).

Nessuna meraviglia che a questa commedia veneziana mancassero traduttori. Ma è strano che restasse esclusa dalla massima parte delle raccolte di commedie scelte di Carlo Goldoni. Giova ricordare invece che di qui Giacinto Gallina trasse inspirazione per le sue Serve al forno (come affermò G. Sabalich in Dalmata, Zara, 27 febbr. 1907), lavoro giovanile (1873).

Del N. U. Ferd. Toderini a cui sono dedicate le Massere, fu fatta menzione nella Nota storica del Filosofo inglese (vol. X). Nato agli 8 febbraio 1727 (credo more veneto), sposò nel 1766 Lucrezia Longo; appartenne alla Quarantia Civile fin dal ’59, e attendeva ancora al delicato ufficio alla caduta della Repubblica. La famiglia Toderini, di nobiltà novissima, fu assunta al patriziato nel 1694, per l’esborso di centomila ducati durante la guerra di Morea. Non lasciò Ferdinando nome alcuno nelle lettere.

G. O.




Le Massere (o Massare) furono stampate la prima volta nel t. IV dell’ed. Pitteri di Venezia, l’anno 1758 e ristampate a Torino (Guiberl e Orgeas, XI, 1777), a Modena (Soliani, s. a.), a Venezia (Savioli. III. 1772; Zatta. cl. 3. IX. ’93), a Livorno (Masi, XXVI, ’92), Lucca (Bonsignori. XXIX, ’92) e certo altrove nel Settecento. Non si trovano nell’ed. Pasquali. - La presente ristampa seguì principalmente il testo dell’ed. Pitteri. riveduto dall’autore. Valgono, circa la grafia, le considerazioni già fatte per la Famiglia dell’antiquario (vol. III, p. 406) e per le altre commedie. Le note a piè di pagina segnate con lettera alfabetica appartengono al Goldoni, quelle con cifra al compilatore di questa raccolta.