l’adempimento de’ miei doveri. So che questa Commedia ha acuto la fortuna di non dispiacerle sulle Scene rappresentata, e mi lusingo ch’Ella vorrà con eguale compiacimento accoglierla sotto i di lei auspici stampata. Ella che ha ottimo discernimento, conoscerà lo studio che ho adoperato per farla, non essendo sì facile, come taluni credono, esporre al pubblico la verità dei caratteri popolari, mentre se degli Eroi possiamo figurare talora a piacer nostro le azioni, non si può, trattandosi di gente bassa, uscire dal suo preciso costume. Le serventi più grossolane, che da noi Massere si chiamano, sono assai conosciute; in quasi tutte le case se ne ritrovano, o nelle camere, o nelle cucine impiegate, e può ciascuno decidere, se abbia di esse il Poeta conservato il carattere generale. Dico il carattere generale, poichè in ogni ordine vi sono quelli che dal comune si devono eccettuare, e il Comico allora quando prende di mira un genere di persone, deve attaccarsi alla parte più universale. Lo stile è bassissimo, ma Ella conoscerà, che se tale non fosse, non parlerebbero i bassi attori nel loro naturale linguaggio. Ho procurato di adornare quest’operetta con di quei sali, de’ quali abbonda la spiritosa nostra Patria comune, ma in questa parte avrò supplito malamente all’impresa, non avendo io quello spirito di vivacità, che sarebbe in ciò necessario; quello spirito di vivacità, per esempio, onde ha formato l’E. V. i brillantissimi versi per amor mio pubblicati. Ma che dico io pubblicati? Parerebbe, al mio dire, ch’ella avesse voluto donarli al pubblico liberalmente, come l’onor mio ed i suoi amici avrebbero desiderato. Ma la di lei modestia, che fra le tante Virtù che l’adornano, a tutte le altre sovrasta, contenta di aver convinto la critica, e di aver dato a me una prova di sua eccessiva bontà, voleva con ogni studio occultarli. Ma l’artificio altrui prevalse alle di lei gelose cautele; i versi gli sono stati carpiti, e mille e mille penne li hanno avidamente copiati1. Per me userò quel rispetto
- ↑ Se ne ritrovano infatti più copie: oltre al cit. cod. Cicogna MDCCCL.XXXII-2395, vedasi anche il cod. 1074 delle Miscellanee Correr nello stesso Museo Civico di Venezia, e quello della Bibl.a Universitaria di Bologna descritto da Corrado Ricci (Nota goldon., in num. unico C. G., Venezia, 1883, p. 19).