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102 ATTO QUINTO
Mi faceste un insulto, vo’ vendicarmi anch’io;

Mi lasciaste per poco, ed io per sempre. Addio.
(parte)
Alessandro. Servitor umilissimo.
Marchese.   Finor voi la serviste,
E così corrisponde?
Marianna.   Così vi lascia?
Alessandro.   Udiste?

SCENA ULTIMA.

Il Cavaliere e detti; poi Fabio.

Cavaliere. Eccomi qui, fra poco verrà la sedia mia.

Dov’è andata Madama?
Alessandro.   Madama è andata via.
Cavaliere. Non può essere ancora. Ehi, chi è di là?
Fabio.   Signore.
Cavaliere. Dite presto a Madama, se vuol farmi l’onore,
Che fra un momento io vado, che partiremo uniti.
Fabio. Madama e suo cognato sono di già partiti.
Cavaliere. Bella! senz’aspettarmi?
Fabio.   Ell’è tutta impazienza.
Cavaliere. Con questa buona grazia? È una bella insolenza.
Marianna. Voi, Cavalier, con tutti voi siete di buon cuore,
Ma per lo più gl’ingrati s’abusan del favore.
Madama è una di quelle, che quanto a lor si fa,
Credono sia dovuto tutto alla lor beltà.
Le grazie compensando coll’averle accettate,
Degli incomodi loro vonn’esser ringraziate.
Alessandro. Se a me ne domandate, risponderò di sì:
Madama i miei servigi compensati ha così.
Cavaliere. Capisco qualche cosa, ma tutto ancor non so. Spero, viaggiando il mondo, che tutto imparerò.
Spiacemi che la sedia qui giungerà fra poco;
Sol colla moglie mia, non vado in nessun loco.