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IL FESTINO 89
Contessa.   Supplisco al suo dovere.

Se vuol partir Madama, non si dee trattenere.
Madama. (Or di restarci ho voglia). (da sè)
Conte.   So da che il mal procede;
Che siete ognor più pazza in pratica si vede.
Contessa. Sì, lo sarò; ma intanto le mie pazzie raffreno;
Vi lascio colla bella in libertade appieno. (parte)

SCENA IX.

Madama ed il Conte.

Madama. L’udiste?

Conte.   Non badate. Sentite una parola...
Madama. O venga don Alessio, o partirò io sola.
Conte. Se parte don Alessio, se voi tornate via,
Che mai di tale evento dirà la compagnia?
Se preme a voi l’onore, venir dovete al ballo,
Andarvene in tal guisa sarebbe il maggior fallo.
Madama. Pensi come l’intende, ciascuno a’ casi suoi.
Apprender non ho d’uopo a vivere da voi.
Conte. Via, Madama.
Madama.   Son stanca. (gli volta le spalle)
Conte.   Volgete a me quegli occhi.
Madama. Non serve.
Conte.   (Maledetta! vorrà ch’io m’inginocchi), (da sè)
Per questa sera sola1 deh siate sofferente.
Eccomi a’ vostri piedi in atto riverente.
Vi supplico, vi prego pel mio, pel vostro onore;
Donate a chi vi serve quest’ultimo favore.
(in atto di prostrarsi)

  1. Zatta: almeno.