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88 ATTO QUARTO
Contessa. Andiamo, egli ci aspetta.

Madama.   Dite che mi perdoni.
Contessa. Perchè venir negate?
Madama.   Ho le mie convulsioni.
Contessa. (Maschera, ti conosco). (da sè)
Madama.   Voglio partir, Contessa.
Chiamisi don Alessio.
Contessa.   Il Contino si appressa.

SCENA VIII.

Il Conte e dette.

Conte. Qui Madama? Contessa, le fate compagnia?

V’attendono alla festa.
Contessa.   Vuol Madama andar via.
Conte. Ma perchè? Don Alessio, il mio gentile amico,
Balla, v'aspetta e cerca.
Madama.   Voglio partir, vi dico.
Conte. Eh via!
Contessa.   Non so che dire, anch’io pregata l’ho;
Ma quando vuol partire, fermarla non si può.
Conte. La fermerò ben io. Cara Madama...
Contessa.   Cara?
Conte. Termine d’amicizia.
Contessa.   Ogni di più s’impara.
Madama. Ma non c’è un uomo, un paggio, un diavolo vestito?
Conte. Che volete, Madama?
Madama.   Io voglio mio marito.
Contessa. Lasciate che si servi; quest’è il minor de’ mali,
Prima che le si destino gli effetti matricali.
Conte. Tacete. (alla Contessa)
Madama.   Troppo amore ha per me la Contessa.
Contessa. Volete don Alessio? lo chiamerò io stessa.
Conte. Non tocca a lei, signora. (alterato, alla Contessa)