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IL FESTINO 85
Madama.   (Per poco me n’anderei di qua;)

Se non si scusa il Conte, se non sa far... chi sa?) (da sè)
Alessio. Pericolo non vi è, che mormorin di noi?
Madama. Apprender non ho d’uopo a vivere da voi.
Alessio. Non parlo più.
Madama.   (Non viene, s’accresce il mio dispetto).
(da sè)
Alessio. Ecco qui la Contessa.
Madama.   (Oh paggio maladetto!) (da sè)

SCENA VI.

La Contessa e detti.

Contessa. Madama.

Madama.   Vi son serva.
Alessio.   Con il rispetto mio...
Contessa. Perchè non inoltrarvi?
Alessio.   Glielo diceva anch’io.
Madama. Tacete. (a don Alessio)
Alessio.   Tacerò.
Contessa.   Bisogno d’imbasciata
Non vi è per una dama che fu da me invitata.
Alessio. Sentite? (a Madama)
Madama.   Don Alessio, tacete in cortesia.
Lasciatemi parlare, che l’incombenza è mia.
Alessio. Andrò, se il permettete, Contessa, in sulla festa.
(alla Contessa)
Madama. Andate, seccatore.
Alessio.   Ma la gran bestia è questa! (parte)

SCENA VII.

La Contessa e Madama.

Contessa. Madama, ad un marito tai scherni e lai parole?

Madama. Ciascun, Contessa mia, l’intende come vuole.