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84 | ATTO QUARTO |
SCENA IV.
Madama, don Alessio e detto.
Alessio. Passiamo1 alla Contessa l’uffizio che conviene.
Madama. Alla Contessa o al Conte la stessa cosa è questa.
Dimmi, dov’è il padrone? (a Lesbino)
Lesbino. Ei sarà sulla festa.
Madama. Il ballo è principiato?
Lesbino. Oh sì, signora.
Madama. Che?
Lesbino. Mezz’ora è che si balla.
Madama. (Ballan senza di me?) (da sè)
Alessio. Possiamo andar innanzi.
Madama. Chiamami il tuo padrone.
Lesbino. Sì signora.
Madama. Non farti sentir dalle persone.
Puoi dirgli nell’orecchio che tosto ei venga qui.
Lesbino. (Avviso la padrona). Vado, signora sì. (parte)
SCENA V.
Madama e don Alessio.
Madama. Faccio per non recare disturbi sulla festa.
Alessio. Bene.
Madama. (Dell’aspettarmi così mantiene il patto?)
Vuò che mi paghi il Conte l’affronto che mi ha fatto).
(da sè)
Alessio. Ma dirlo alla Contessa mi par più convenienza.
Madama. Il disturbar la dama sarebbe un’insolenza.
Alessio. Benissimo.
- ↑ Zatta: Facciam.