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IL FESTINO 69
Marchesa. Possiam, quanto vogliamo, francamente mandarlo.

Contessa. (Le conosci?) (a Balestra)
Balestra.   (Mi pare).
Contessa.   (La marchesa Dogliata,)
La baronessa Oliva).
Balestra.   (L’avea raffigurata).
(vien portato il caffè. Le due si levano la maschera)
Contessa. (Quella maschera uomo chi diamine sarà?) (a Balestra)
Balestra. (Mi pare un forestiere, non lo so in verità).
Baronessa. (Si smascheri, signore). (al Barone)
Marchesa.   (Io non gli parlo più), (da sè)
Baronessa. Così, si levi il volto. (gli leva la maschera)
Marchesa.   (Oh che bel turlulù). (bevono il caffè)
Baronessa. Stassera vuol venire con noi ad una festa? (al Barone)
Barone. (S’inchina.)
Baronessa. Egli non sa far altro che dimenar la testa.
Marchesa. Buono questo caffè? (al Barone)
Barone. (S’inchina.)
Baronessa.   Servitor umilissimo.
(burlandolo con una riverenza)
Mi fa crepar di ridere. (ridendo jorte)
Marchesa.   Vi assicuro, è bellissimo.
(ridendo forte)
Barone. (S’alza, prende la sua maschera, e parte.)
Marchesa. Padrone.
Baronessa.   Riverito.
Marchesa.   Che grazia!
Baronessa.   Se n’è andato.
Marchesa. Affè, se n’è avveduto che l’abbiamo burlato.
Se vedo mia cugina, vuò dirle in fede mia,
Se ha più di tai foresti da darmi in compagnia.
Baronessa. Fa cento mille inchini, e non sa dir parole.
Marchesa. Da bravo ci ha piantate, e ci ha lasciate sole.
Contessa. (Ha fatto ben davvero; perch’ei non sa parlare,
Chi sa la civiltà, non l’ha da corbellare).