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IL FESTINO 61


SCENA III.

Targa e il suddetto.

Targa. Oh signor, per l’appunto in traccia ero di lei;

M’han detto ch’era qui.
Conte.   Un grand’uomo tu sei.
Hai qualche novità?
Targa.   Una ne ho assai buona.
Un viglietto per lei. (presentandoglielo)
Conte. Di chi?
Targa.   Della padrona.
Conte. Viene alla festa?
Targa.   Viene.
Conte.   L’argento?
Targa.   Va benissimo.
Conte. L’abito sarà fatto?
Targa.   A momenti.
Conte.   Bravissimo.
Sentiam che cosa dice Madama gentilissima.
(aprendo il ciglietto)
Ti par che sia contenta?
Targa.   Contenta ed allegrissima.
Conte. Buono buono. Leggiamo. Manda i suoi complimenti
Al Conte di Belpoggio Doralice Studenti.
L’avvisa che stassera sarà a goder la festa,
Cessato il fier dolore di stomaco e di testa.

(Il mal dell’emicrania guarito ha coll’argento;
E uscì dalla mia borsa il suo medicamento).
Se stranamente accolto da lei fu questa mane,
Sa ben che qualche volta le donne sono strane.

(Lo so, lo so per prova; dacchè le vado intorno,
Senza che mi maltratti non è passato un giorno).
Per altro lo assicura la mano che gli scrive,
Che al Conte sarà grata la dama, finchè vive.
E a titol si protesta di mera confidenza,