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IL FESTINO 53
Targa.   È con don Peppe.

Madama.   Passi pure, è padrona.
(Targa parte)
Marchesa. Oh, questa si può dire ch’è donna fortunata!
Ha settant'anni, e è ancora servita e corteggiata.
Madama. Questo, per dire il vero, è un caso inusitato,
Che s’abbia per tant’anni l’amico conservato.
Marchesa. Tarda molto a venire.
Baronessa.   Sentitela, che sale.
Madama. Povera vecchierella! le pesano le scale.
Baronessa. Eccola. Com’è brutta!
Marchesa.   Vi par poco lisciata?
Madama. Non siam di carnevale? La vecchia è mascherata.

SCENA XII.

Donna Rosimena, don Peppe e detti.

Targa mette le sedie.

Rosimena. Madama, vi son serva. Marchesa, Baronessa.
Baronessa. Serva.
Marchesa.
Madama.   Serva divota.

Madama.   Peppe. M’inchino.
Peppe.   (È ognor la stessa) (da sè)
Madama. Si servano, di grazia, si servano, signore. (tutti siedono)
Oh donna Rosimena, che vuol dir quest’onore?
Rosimena. Scusatemi, Madama, s’io vengo a incomodarvi;
D’una finezza, amica, son venuta a pregarvi.
Io so che questa sera il Conte dà una festa,
So che sarà composta di gente tutta onesta;
So quanto voi potete, dicendo una parola;
Vorrei col vostro mezzo condur la mia figliuola.
Madama. Ben volentier, signora.
Baronessa.   Ma le fanciulle oneste
Pare non sia ben fatto condurle sulle feste.