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42 | ATTO SECONDO |
Dieci lire a una moglie? Non vuò nemmeno queste.
(getta la borsa, e coglie Targa che viene)
Targa. Signora...
Madama. L’hai veduto?
Targa. L’ho visto e l’ho sentito.
Madama. Che cosa?
Targa. Il borsellino che in petto m’ha colpito.
Madama. Foss’egli una sassata, tristo briccon che sei.
Targa. Son tutte sue finezze contro i meriti miei.
Madama. Ma che farò.
Targa. Signora...
Madama. Che vuoi?
Targa. Un’imbasciata.
Madama. Di chi?
Targa. Vi è il signor Conte.
Madama. Digli ch’io son spogliata.
Targa. Ma ch’è padron...
Madama. No, dico: son spogliata, non senti?
Targa. Ei di passar è solito senz’altri complimenti.
Madama. Sono arrabbiata a segno, che al diavol manderei
Gli amici ed i serventi, e anco i parenti miei.
SCENA IV.
Il Conte e detti.
Madama. Ci sono e non ci sono.
Si aspetta la risposta.
Conte. Vi domando perdono.
So che mi concedeste finor libero accesso.
Madama. Quel che si accorda un giorno, sempre non è concesso.
Conte. Siete sdegnata meco? qual novitade è questa?
Madama. Lasciatemi, di grazia; ho altro per la testa.
(si volge arrabbiata dall’altra parte)