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IL FESTINO 37
E il giorno per vergogna star chiuso in una stanza?

Questo è piacer? Piacere degli uomini bennati
È il viver con decoro, è1 l’esser rispettati.
Nè basta il van rispetto dei falsi adulatori,
Che aiutano lo stolto a struggere i tesori;
Ma il cavaliere onesto si venera e si acclama,
Che innalza il proprio nome sull’ali della fama,
Che accresce alla famiglia il pregio degli onori,
Che render sa giustizia al sangue dei maggiori,
E che nel proprio cuore serbar con egual zelo
Sa i doveri dell’uomo, e rispettare il cielo.
Conte. Signor... (vedendo Balestra, si ferma di parlare)

SCENA X.

Balestra e detti.

Maurizio.   Genero amato, siete convinto?

Conte. Il sono.
Maurizio. Posso sperar che voi...
Conte.   Signor, chiedo perdono.
Veggo il mio servo, e seco grave dover mi vuole.
Maurizio. Con voi gettasi invano il tempo e le parole.
Conte. No, no, vedrete, il giuro... (Hai tu il denar portato?)
(a Balestra)
Balestra. Sì, signor.
Conte.   Permettete... Prendo per or commiato.
Ci rivedremo. (a don Maurizio)
Maurizio.   Ah Conte, veggo il vostro periglio.
Conte. Ci rivedrem.
Maurizio.   Stassera?
Conte.   Signor, non vi consiglio.
(parte con Balestra)
Maurizio. Misero! sei perduto. Il vizio in cuor ti regna.
Il vizio sulla fronte spiega l’audace insegna.

  1. Guibert-Orgeas e Zatta: e.