Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
TERENZIO | 361 |
ATTO QUARTO.
SCENA PRIMA.
Terenzio solo.
A me doni preziosi? a me carmi ed onori?
Per me l’amor di Roma, l’amor de’ senatori?
Di schiavitù fra i lacci viver1 non si rifiuta,
Quando a un sì caro prezzo la libertà è venduta.
E libertade istessa, cui la natura inclina,
Per rendermi felice, la sorte mi destina.
Ma, ahimè, l’alma trafitta un altro ben sospira,
Senza di cui la vita, non che la sorte ho in ira.
Un ben, che agli altri beni accrescere può il fregio,
Cui più d’ogni tesoro ave il mio cuore in pregio;
- ↑ Zatta, per isbaglio: veder. Altri corressero: venir.