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30 ATTO PRIMO
Contessa.   Dirò, se dir mi lice....

Baronessa. Lo so che dell’autore voi siete protettrice.
Ma affè, che questa volta la protezion non vale
Per un che ha disgustato l’udienza in generale.
Io credo che per lui sarà minor strapazzo
Il dir che questa volta sia diventato pazzo.
Marchesa. Non vi è una scena buona.
Baronessa.   Non vi è un bell’accidente.
Marchesa. Il dialogo è cattivo.
Baronessa.   In somma non val niente.
Contessa. Vi siete ancor sfogate?
Baronessa.   Difenderla vorreste?
Marchesa. Affè! sarebbe bella, che voi la difendeste.
Contessa. Difenderla non voglio, non son di senno priva.
Se tutti la condannano, dirò ch’ella è cattiva.
Anche l’autore istesso, sentito un tal flagello,
Pregò che la mattina levassero il cartello:
Del pubblico i giudizi ha sempre rispettato;
Anch’ei la maledice, ed è mortificato.
Marchesa. Se il pubblico temeva, dovea studiarla bene.
Contessa. A un uom che ha tanto scritto
Baronessa.   Da ridere mi viene.
Un uom che ha tanto scritto, Contessa mia diletta,
Che scriva sempre meglio l’universale aspetta.
Contessa. È vero, ed abbiam visto di sue fatiche il frutto;
Ma un uom che scrive assai, bene non può far tutto.
Marchesa. Se non fa bene bene, almeno sia ordinata.
La cosa, che non riesca cotanto scellerata.
Sentito avrete pure il popolo commosso
Cogli urli e con i fischi strillare a più non posso.
Contessa. Amiche, permettete che dica quel ch’io sento,
Non dell’autor per scusa, ma per compatimento.
Quest’ultima commedia dal mondo condannata,
Forse cinqu’anni addietro sarebbesi apprezzata.
Ma il poco non soddisfa a chi assaggiò il migliore;