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TERENZIO | 345 |
ATTO TERZO.
SCENA PRIMA.
Lisca e Damone.
Damone. Lisca, onor delle mense, quanto ch’io t’amo il sai;
Dar cibo a tutte l’ore a te non ricusai.
Solo alle cene è in uso chiamarsi i convitati;
Da pochi sono in Roma i pranzi praticati.
Mangiar tre volte al giorno, e quattro, se abbisogna,
S’ammette nella plebe, nei grandi è una vergogna.
Ma il tuo stomaco avvezzo a digerir di volo,
Dal mattino alla sera suol fare un pasto solo.
Lisca. Se per rimproverarmi rammenti ciò, Damone,
Del tuo nulla mi dai, la spesa è del padrone.
Damone. È ver, ma son quell’io... Basta, non vo’ dir questo.
Ti sono amico, il dissi, lo dico e lo protesto;