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24 ATTO PRIMO
Balestra. Ma come si ha da fare?

Conte.   Come, ti dirò io.
Con dodici zecchini verranno al cenno mio.
Trovali tutti e quattro. Se fossero impegnati,
Di’ loro che con arte si fingano ammalati.
Di notte a casa mia, guidati da Balestra,
Vengano mascherati e suonino in orchestra.
Balestra. Ma se nessun volesse....
Conte.   Il denar tutto può.
Non bastan tre zecchini? sei per un ne darò.
Son nell’impegno, e uscirne ad ogni costo io voglio.
Balestra. Creda, signor padrone, vi sarà dell’imbroglio.
Se fosse a un altro giorno l’invito trasportato,
Può darsi che s’avesse l’orchestra a buon mercato.
Perchè.....
Conte.   Si perde il tempo; svolgermi in van si spera.
Corso è l’invito, e il ballo dee farsi in questa sera.
Tu sai chi sono; avverti non mi trovar obbietto.
Vuò quattro sonatori; accordali, e ti aspetto.
Basta che non ti veda tornare inutilmente.
Balestra, sai chi sono, si spenda allegramente.
Balestra. Allegramente dunque si spenda e si profonda,
E l’esito felice al genio corrisponda.
Intanto, per far breccia nel cuor dei sonatori,
Mi dia, signor padrone, la borsa con degli ori.
Conte. La borsa ci sarà, ci saran le monete;
So ben che i sonatori son persone discrete.
Essi non temeranno ch’io non mantenga il patto,
Non si usa in casi tali pagare innanzi tratto.
Balestra. Non si usa, e non si paga; ma il caso è differente:
Ci voglion de’ zecchini, se no non farem niente.
Conte. Ne aspetto.
Balestra.   Differire si può dunque la festa.
Conte. Non posso differirla. Ti romperei la testa.
Vattene per pietà.