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L'AUTORE

A CHI LEGGE1.

L

A Commedia presente è breve, fondata sopra di un buon carattere, un poco raro al mondo, ma che merita di essere imitato. Non è molto ridicola, fondandosi la condotta sulla passione, la quale dovrebbe essere interessante per le Madri amorose e per le Figliuole di poco spirito: mostrando alle prime, quanto possa sagrificare l’amor materno; ed alle seconde, quanto s’ingannino quelle che sperano trovar nel mondo miglior affetto di quel di madre. La semplicità maliziosetta di questa Figlia insegna ai Genitori aprir bene gli occhi sopra i loro Figliuoli, e sopra la servitù, e su tutti quelli che frequentano le loro case; e don Ermanno e la di lui Moglie sono il ritratto di quelli che antepongono l’interesse alla giustizia, i quali all’ultimo non possono che rimanere ingannati. Se nell’Italia nostra è un difetto la semplicità dell’argomento e della condotta, questa Commedia non può piacere; ma siccome non sarebbe discara al Teatro Francese, così spero che gì intendenti di cotal genere di Commedie sapranno un poco più compatirla, di quello abbia fatto il Pubblico nel vederla rappresentare.

  1. L’avvertenza che segue leggesi nel t. XV (1774?) dell’ed. Pasquali di Venezia, e fu tolta dalla prefazione stampata in testa alla commedia nel t. II (1757) dell’ed. Pitteri, pure di Venezia, la quale così cominciava: «Quantunque la presente Commedia sia stata recitata soltanto nell'anno dopo, come si vedrà nell’introduzione premessa nel Tomo Terzo, io l’ho voluta stampare in questo secondo, serbando l’ordine della sua creazione, anzichè quello più accidentale della sua comparsa sopra le scene. Una delle ragioni che l’ha ritardata al pubblico è degna di una Commedia per se medesima. - Quella che doveva far la parte di Madre principiò a disputare degli anni con quella che doveva rappresentare la Figlia, ed io ho dovuto far delle mutazioni nella Commedia, ridendo sempre, come voglio credere che farà ciascheduno che leggerà questo foglio. La Commedia presente ecc.». A rivalità, o piuttosto beghe, fra la prima donna, Teresa Gandini, e la seconda donna, Caterina Bresciani, allude Goldoni nella seconda parte dei Mémoires, cc. 17 e 18 (vol. II, pp. 2 e 12 dell’ed. Barbera, Firenze, 1907, curata dal Mazzoni).