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zione» cita le parole di Brighella «mercanzia di carne umana» (A. I sc. 11), affibbiate all’arrolamento di soldati (Il G. e la guerra. Riv. d’It., aprile, 1902, p. 20). Ma il Dejob non crede la malvagità d’Orazio e l’imprudenza di Ridolfo possano a rigor di termini esser messe sul conto dei militari (Le soldat dans la litt. franç., Revue bleue, 7 die. 1899). Altrove lo stesso Dejob, in lode della commedia, annota: «L’Impostore de Goldoni contient un excellent portrait d’un egoiste exploitant naìvement la bontè de son frère» (Les femmes dans la com. franç. et ital. au XVIII siècle. Paris, 1899, p. 75). Gian Paolo, l’«aimable frère», tornato proprio nel 1754 dopo lunghi anni d’assenza (12?) in casa di Carlo, rievocò forse con la sua presenza le gesta del famigerato ingaggiatore. Così al geniale pennello fraterno s’offerse il modello a una macchietta in verità gustosa, esilarante, più viva che non l’autoritratto del dottor Polisseno.
Oggi quest’Impostore serba ancora interesse solo come arguta illustrazione a un episodio della vita del Goldoni. Nè la commedia, scritta per convittori, sembra abbia lasciato mai il minuscolo palcoscenico dei collegi. Si sa che da quello de’ Nobili di Modena si recitò nel 1757, 1760 e 1784 (Gandini, Cronistoria dei Teatri di Modena ecc., Modena, 1873, p. II, pp. 195, 197, 215). L’Estense ne conserva un manoscritto, il quale, come rilevasi dal frontespizio, servì appunto al Ducale Collegio di quella città, «ove con molto plauso la commedia fu rappresentata il 19 febbraio 1784, sostituendo alle maschere» perchè non tolleratevi, «personaggi di egual carattere» (Catal. de’ Codici e degli autografi posseduti dal March. Giuseppe Campori, compilato da L. Lodi. Modena, 1875, voi. I, n. 1249). Al Teatro del Seminario-Collegio di Reggio fu eseguita negli anni 1750, 1766 e 1782 (Crocioni, Reggio e il Goldoni, in Modena a C. G., 1 07, p. 348). D’una recita a Milano fa menzione il Bernouilli in lettera del 25 febbraio 1 775: «A 7 heures je me suis rendu avec M. Guibert au College des Nobles de St. Jean; où se donnent pendant le carnaval des reprèsentations thèatrales semblables à celles du Collège Imperial. J’ y ai vu jouer l’Impostore de Goldoni, accompagno de trois ballets». (Lettres sur differents sujets... par Mr. Jean Bernouilli. Berlin, 1775, p. 81).
L’Impostore non ebbe vanto o strazio di traduzioni. Il Mathar bensì, per una distrazione non lecita a chi mostra pure discreta conoscenza dell’opera goldoniana, crede di scorgerne un’assai libera riduzione nel Leutansetzer del Weiskern (Wien, 1 753 [?]). Con lunghi ragionamenti egli s’arrabbatta a fissare affinità e divergenze, e non s’accorge d’aver tra mani non già l’Impostore, ma il Raggiratore (C. G. auf dem deutschen Theater des XVIII. Jahrh., Montjoie, MCMX, pp. 2-7). All’attore Luigi Forti dobbiamo un rifacimento italiano di questa commedia (L’I., comm. in 3 atti, ridotta per la scena senza maschere, e dal dialetto veneziano. Roma, Riccomanni, 1877). Ferdinando Galanti lumeggiò con fine analisi i rapporti d’affetto e di stima corsi tra i due principi delle lettere veneziane nel 700 (C. G. e Gasparo Gozzi, in Soccorriamo i poveri bambini rachitici. Strenna pel 1907. Venezia, pp. 33-35; cfr. anche Malamani, Nuovi appunti e curiosità goldoniane. Venezia, 1887, pp. 175-180). Torna a gloria di Gasparo Gozzi l’imparziale suo giudizio sull’opera del commediografo. Secondare le biliose maligne critiche del fratello non era certo da lui; ma se egli in mezzo alle guerriglie pro e contro il Gol-