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170 | ATTO SECONDO |
Arlecchino. (In pochi anni farò anca mi come tanti altri. Vago via a piè, e torno in carrozza). (da sè)
Orazio. (Questo viglietto converrebbe sigillarlo, acciò costui non lo leggesse). (piano a Brighella)
Brighella. (Ho bollin, ho sigillo, ho tutto el bisogno), (piano ad Orazio)
Orazio. (Il sigillo l’ho io, dammi da sigillare). (piano a Brighella)
Brighella. (Ecco el bisogno). (piano ad Orazio)
Orazio. (Sigilla il righetto) Tenete, portatelo al signor Dottore, ed egli subito vi pagherà.
Arlecchino. Cento paoli?
Orazio. Cento paoli.
Arlecchino. A conto?
Orazio. A conto.
Arlecchino. E sempre ho da metter el doppio?
Orazio. Sempre il doppio.
Arlecchino. E paga subito?
Orazio. Subito pagato.
Arlecchino. (No dago sta profession per quella de un maester de casa. El doppio? Squasi squasi no lo mette gnanca i procuratori). (da sè, e parte)
SCENA XIII.
Orazio e Brighella.
Orazio. Che ti pare? L’ho io pagato bene?
Brighella. Benissimo. Ma saria curioso de saver cossa contien quella lettera.
Orazio. Ti dirò; siccome i soldati sono all’osteria, e vi devono stare tutta la notte vegnente per lo meno...
SCENA XIV.
Ridolfo e detti.
Ridolfo. Amico, ho necessità di parlarvi. (ad Orazio)
Orazio. Eccomi qui con voi.
Ridolfo. Vorrei che fossimo soli.