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Al Nobilissimo ed ornatissimo Cavaliere

IL SIGNOR CONTE

DON PIETRO VERRI

PATRIZIO MILANESE

Ciambellano delle loro M.M. R.R. I.I.

Conte di Luccino e di S. Pietro Donate

Pieve di Settala.

FRA GLI ARCADI DI ROMA

Midonte Priamideo

.


A

chi dirigo il presente foglio? Al Cavaliere, o al Poeta? Il Conte Verri mi ricorda la sua Nobiltade e la mia bassezza; Midonte Priamideo il suo sapere e la mia ignoranza. Ma nell’uno o nell’altro grado ch’io vi consideri, Nobilissimo ed eruditissimo Signor Conte Pietro, ho prove tali della gentilezza e cortesia vostra, che dietro al mio desiderio spingendomi, potrò senza tema e senza rossore ragionare con Voi scrivendo, ed una mia Commedia raccomandarvi. Il mio Festino lo avete veduto parecchie volte rappresentare. La vostra Città Magnifica lo accolse con sì allegro animo, che cinque volte in pochissimi giorni obbligò i Comici a rappresentarlo1, crescendo sempre il concorso de’ spettatori benevoli, in verso di me e delle opere mie cortesemente inclinati. Il giudizio rispettabile di una Città erudita, brillante in ogni genere di buon gusto, è bastevole ad accreditare quest’opera della mia mano, malgrado i difetti che la circondano. Ma i favori del Pubblico e i viva teatrali finiscono col suono delle voci, e senza

  1. Nell’estate del 1734. La presente lettera di dedica uscì in testa alla commedia nel t. II del Nuovo Teatro Comico dell’avv. C. G. (Venezia, Pitteri), l’anno 1757.