Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
L'IMPOSTORE | 135 |
disse che principiava a dubitare anche lui di questo signor capitano, e che gli rincresceva avergli date alcune monture per i soldati che sinora è andato facendo.
Ridolfo. Sì, è vero; il vecchio mercante, avido e sospettoso, dubitava dell’onoratezza del galantuomo, ma quando ha veduto le cambiali a vista de’ suoi corrispondenti, non solo gli ha creduto, ma gli ha offerto casa, denari, assistenza, e ad un piccolo cenno gli ha accordata la figlia.
Dottore. Ha avuto delle cambiali il signor capitano? (lasciando di scrivere)
Ridolfo. Le ha ricevute ieri colla posta.
Dottore. Che sieno poi legittime?...
Ridolfo. Che diavolo di bestialità! Voi altri dottori non credete niente, perchè sapete come state in coscienza.
Dottore. Voi parlate male, signor fratello.
Ridolfo. Ma se mi fate venire la rabbia. Domandatelo al signor Pantalone, e poi lo crederete da voi medesimo.
Dottore. E a chi sono dirette queste cambiali?
Ridolfo. A vari mercanti, e credo qualcheduna al signor Pantalone medesimo.
Dottore. Dunque voi non le avete vedute.
Ridolfo. Le ho vedute; ma poi non sono stato lì a esaminarle.
Dottore. Basta, le ho da vedere ancor io.
Ridolfo. Ci giuoco io, che voi ancora non gli credete.
Dottore. Potrebbe anche darsi che fosse vero.
Ridolfo. Ma questa è una perfidia.
Dottore. Sono sette mesi che si vive sperando.
Ridolfo. Ed ora siamo alla conclusione.
Dottore. Se sarà vero...
Ridolfo. Cospetto...
Dottore. Non bestemmiate.