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cercato imitare nè i Greci, nè i Latini, nè i Francesi, nè gli Spagnuoli, ne gl’Italiani nostri medesimi, ma fissando la meta nella verità e nella ragione, mi sono condotto poi per quella via, per dove la natura mi ha trasportato. Vedrete nelle medesime Commedie mie, che non ho nemmeno talvolta imitato me stesso, voglio dire che non si somigliano fra di loro moltissimi de’ parti miei, alcuni de’ quali parrà a taluno incredibile che derivati sieno dalla medesima testa, e scritti sieno dalla medesima penna. Ciò vuol dire che a tenore degli argomenti la natura mi conduce per diverse strade, ed io la seguito ciecamente, talora senza promettermi nulla del fine dell’opera, e sempre incerto dell’esito e del destino. In due maniere parmi che riuscir si possa nell’arte comica: o arrischiando per se medesimi una maniera che possa credersi bene accetta1. Terenzio ha seguitato onninamente la prima strada; Plauto pare abbia fortunatamente la seconda tentata. Io di quest’ultimo ho avuto il genio, ma non il merito, ond’è, che a mezza via restando, non posso sperare di ascendere a quell’alto grado in cui sono i valenti uomini collocati.
Voi, eruditissimo Signor Conte, siete anche in quest’arte un valentissimo imitator degli antichi: il vostro Edipo non solo imita quello di Sofocle, ma lo supera di gran lunga nella catastrofe e nel movimento delle passioni. Le varie Commedie vostre, tessute colle regole de’ buoni autori, eterna lode vi acquisteranno presso gli uomini illuminati, e tanto migliori sono, quanto meno dal volgo intese. Ecco perchè ho voluto io arrischiare qualche cosa d’indipendente da’ Maestri dell’arte, per guadagnarmi il popolo; e se alcuna delle Commedie mie conserva in parte o in tutto le buone regole, ciò non è perchè io le abbia volute osservare, ma perchè la natura se ne è servita, per condurre a ragionevole fine quella tal favola disegnata. In fatti, chi ha insegnato ai primi autori le regole? La Natura; e questa natura non è la medesima sempre? Certo che sì. Il punto sta che non opera egualmente in tutti, perchè quelle disposizioni mancano, che nel secondarla
- ↑ Così il testo originale dell’ed. Paperini; ma indubbiamente fu saltata una riga, della quale si può indovinare il senso, se non le parole.