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IL FESTINO 97
Marchesa. (Anch’io voglio sentire), (s’alza, e s’accosta agli altri)

Baronessa.   (Voglio sentire anch’io).
(fa lo stesso)
Madama. Si parla di commedie? Vuò dire il parer mio. (s’alza)
Come riuscì il Festino?
Rosimena.   Don Peppe lo dirà.
Peppe. Che volete ch’io dica? doman si sentirà.
Per me non mi dispiace, perchè ci trovo il vero;
La veritade è quella che appaga il mio pensiero.
Contessa. In fatti il grand’onore che si acquistò Moliere,
Fu perchè con il vero studiava di piacere.
Dipingere i Francesi vedeano con diletto
In scena quel che spesso vedean nel loro tetto.
E stanchi d’ammirare l’ara, lo stilo, il nume,
Amavan di godere la critica e il costume.
Anche l’Italia nostra, se di variare è vaga,
Del vero, se lo trova, con più ragion s’appaga;
E questo è quel che puote durare in ogni età,
Quel che dà gusto a tutti, e sempre piacerà.
Rosimena. Contessa, sono qui colla figliuola mia...
Contessa. Si destino in orchestra, si suoni in cortesia.
Che si ripigli il ballo.
Rosimena.   Sì, cara Contessina.
Contessa. Un ballo con don Peppe farà donna Stellina.
Rosimena. Balli con mia figliuola qualcun altro, se c’è.
Don Peppe, compatite, non balla che con me.
Contessa. Ballerà quel signore con lei, se non vi preme.
(accenna un ballerino)
Rosimena. Sì, sì, fan bel vedere due giovinotti insieme.
Baronessa. (Che buona madre!) (alla Marchesa)
Marchesa.   (Apposta la conduce all’invito).
Baronessa. (Perchè poi senza dote ritrovisi il marito).
(Tutti siedono. Si ripiglia il ballo. Donna Stellina balla col ballerino. Poi donna Rosimena invita don Peppe e fanno il minuetto.