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94 ATTO QUINTO
Conte. Non crederei per questo.

Madama.   Con questi grilli suoi
Or ora mando al diavolo la festa, lei e voi.
Conte. Io che colpa ne ho? Non merto un tal strapazzo.
Madama. Voi siete un insensato, uno stordito, un pazzo.
Conte. (S’alza sdegnato, e va a sedere dall’altra parte.)
Madama. (Fa lo stesso e siede presso d’un altro.)
Baronessa. (Madama e la Contessa sono nemiche ancora).
(alla Marchesa)
Marchesa. (E saran sempre tali; non ve lo dissi allora?)
(alla Baronessa)

SCENA II.

Don Maurizio e detti.

Maurizio. Signor, con buona grazia, mi spiace incomodarvi.

(a don Alessio)
Alessio. Che avete a comandarmi? (s’alza)
Maurizio.   Bisogno ho di parlarvi.
Alessio. Eccomi. (s’incammina)
Maurizio.   Favorite nella vicina stanza.
Madama. Dove andate? (a don Alessio)
Alessio.   Nol so. (camminando)
Maurizio.   Passate, (a don Alessio, e partono)
Madama.   Che creanza!
Baronessa. (Certo vi è qualche imbroglio!) (alla Marchesa)
Marchesa.   (Così pare anche a me).
Baronessa. (Pagherei sei zecchini a sapere com’è).
Madama. Dite. (al Conte)
Conte.   Son qui. (accostandosi)
Madama.   (Badate che non vi sien schiamazzi).
Conte. (Rispondere non sanno i scimuniti, i pazzi).
(torna al suo posto)
Madama. (Bravo, signor Contino, gli prendo più concetto;
Ch’ei sia tre volte al giorno ben bene maledetto).