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IL VECCHIO BIZZARRO | 481 |
Flamminia. Povero signor Pantalone, mi dispiace vederlo posto in derisione così.
Clarice. Siete assai compassionevole. Ma voi, ora che mi sovviene, siete portata assaissimo per i Veneziani. Vi lasciereste far giù facilmente da un Venezianotto che sapesse fare.
Flamminia. Io non praticherei persona che mi potesse far giù.
Clarice. Se praticaste il signor Pantalone, può essere che con voi gli riuscisse di fare quello che non gli è dato l’animo di fare con me.
Flamminia. Che vuol dire?
Clarice. Siete tanto di buon cuore, che quantunque egli sia vecchio, scommetto vi avreste da lui lasciata menar per il naso.
Flamminia. Non posso tener celata la verità. Il signor Pantalone è un uomo che mi piace infinitamente.
Clarice. Voi mi dite ora una cosa che mi dà pena. Flamminia, non vorrei che gli diceste ch’io lo burlo.
Flamminia. Non gli dirò che lo abbiate burlato. Ma per l’avvenire potete tralasciare di farlo.
Clarice. Mi volete far perdere il più bel divertimento di questo mondo.
Flamminia. Cara amica, vi par cosa onesta deridere in sì fatta maniera una persona di garbo? Fino che aveste per lui qualche inclinazione, vi compatirei; ma per deriderlo solamente, io non vi saprò lodare.
Clarice. Basta... sentite... Se devo confidarvi la verità, non lo faccio poi solamente per deriderlo; ma.... quantunque non mi piacciano i vecchi, il signor Pantalone ha un non so che, che mi dà nel genio.
Flamminia. (Peggio ancora per me). (da sè)
Clarice. (È necessario burlar anche lei, chi non vuol perdere il divertimento). (da sè)
Flamminia. Lo pigliereste voi per marito?
Clarice. Perchè no? Potrebbe anche darsi.
Flamminia. Se disprezzate gli uomini che hanno passati i trent’anni!
Clarice. Tutti gli uomini non sono come il signor Pantalone.