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478 ATTO TERZO

Florindo. Lo prendereste voi, benchè vecchio?

Flamminia. Mi consigliereste voi ricusarlo unicamente per questo?

Florindo. Niuno consiglierà una donna, che preferisca un giovane pazzo ad un vecchio saggio; ma le donne poche volte ascoltano gli altrui consigli, e se hanno la libertà di scegliere, per lo più si abbandonano al peggio.

Flamminia. Di me, Florindo carissimo, dovreste aver miglior concetto. Sapete ch’io sempre stata sono nemica della gioventù scorretta. Mi sarei adattata a sposare il signor Ottavio per compiacervi, quando non lo avessi scoperto di poca mente, e di peggiore condotta. Ora mi permetterete ch’io dica di non volerlo, e voi stesso che siete del di lui procedere mal soddisfatto, troverete il pretesto per licenziarlo.

Florindo. Sarà meglio che ritorniamo in Livorno.

Flamminia. No, Florindo, è meglio che noi restiamo in Venezia.

Florindo. Ottavio ci darà dei disturbi.

Flamminia. Vi sarebbe il modo facile per farlo tacere.

Florindo. E come?

Flamminia. Se io mi maritassi, si estinguerebbe in lui la speranza.

Florindo. Siamo forestieri, Flamminia, non è così facile...

Flamminia. Eh, basta volere.

Florindo. Ho io d’andar cercando per mia sorella il marito?

Flamminia. Non basterebbe che, trovandolo io, l’approvaste?

Florindo. Quando fosse da vostro pari....

Flamminia. Non lo sarebbe il signor Pantalone?

Florindo. Pensate voi se il signor Pantalone vuol prender moglie! Ha sempre detto ch’egli ama la sua libertà.

Flamminia. E pure, se argomentar volessi da certe parole.... da certe occhiate....

Florindo. Duro fatica a crederlo; ma quando mai ciò fosse, io sarei contentissimo.

Flamminia. Mi permettete che possa assicurarmene destramente?

Florindo. Fatelo colla solita prudenza vostra. Ma Ottavio ci sarà d’ostacolo.

Flamminia. Basta ch’io dica di non volerlo, perchè egli abbia