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IL GELOSO AVARO 35

Luigi. Ed io non la voglio sentire.

Aspasia. Dunque?

Luigi. Dunque parlate1.

Aspasia. E se poi...

Luigi. Parlatele in buona maniera. Spiegatele il mio carattere ed il mio desiderio. Io sono un uomo onesto, e da lei non voglio niente di male.

Aspasia. Benissimo, cercherò l’occasione...

Luigi. Ecco vostro marito. Ora sarebbe il tempo delli cento scudi.

SCENA III.

Don Onofrio e detti.

Onofrio. Donna Aspasia, non venite questa mattina a bevere la cioccolata?

Aspasia. Non l’ho bevuta? Non vi ricordate che l’abbiamo bevuta insieme?

Onofrio. Oh veh! non me ne ricordavo. Io l’ho bevuta anche adesso: dunque l’ho bevuta due volte.

Luigi. Non c’è male, signor cognato, la cioccolata fa bene allo stomaco.

Onofrio. Il medico me l’ha ordinata.

Aspasia. Anzi il medico ve l’ha proibita.

Onofrio. Quando?

Aspasia. Non ve ne ricordate? Saranno due settimane.

Onofrio. Io non me ne ricordo.

Luigi. Eh, non abbadate al medico. Se vi dà piacere, bevetela.

Onofrio. Mio cognato mi piace. È un uomo fatto come me. Quando sto male, faccio a modo del medico; quando sto bene, faccio a modo mio.

Aspasia. Dite, don Onofrio, vi hanno portato quei mille scudi del grano, che avete venduto ieri?

Onofrio. Non me ne ricordo.

  1. Guibert, Zatta ecc.: parlatele