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A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR
GIOVANNI BONFADINI
PATRIZIO VENETO1.
A prima delle mie Commedie stampate, Eccellentissimo Signor Giovanni, fu la Donna di Garbo2, collocata nel primo Tomo della edizione Bettinelli, e nel quinto in quella di Paperini, ed ebbi l’onore di consacrarla, come una primizia dei frutti del mio talento, alla Nobilissima Dama, la Signora Andriana Dolfin Bonfadini, vostra amorosissima Genitrice, e mia Protettrice benefica e generosa. Ciò poteva bastare per un pubblico segno dell’ossequio mio verso di Lei, Dama illustre di meriti e di virtù ripiena, verso l’eccellentissimo Signor Francesco, egregio Genitore Vostro, Senatore amplissimo, e verso la Casa tutta ch’io venero, spiegato avendo in allora, alla meglio ch’io seppi, e i fregi della Famiglia, e quelli delle persone, e gli obblighi miei infiniti verso di loro, e le ragioni che m’inducevano a preferire a qualunque altra persona questa mia benignissima Protettrice. Prescindendo ora da tutto questo, a Voi rivolgomi specialmente, Cavaliere umanissimo, per quelle grazie particolari che m’impartite, e questa mia Commedia a Voi dirigo, ed offerisco, e consacro, pel genio comico che virtuosamente vi divertisce, per la protezione che alle opere mie donate, e per quegli obblighi che precisamente vi devo. Il Vecchio bizzarro a Voi certamente mal converrebbe, che siete un giovane di talento e di spirito. Ma un tal carattere non vi può esser discaro, rappresentandolo Voi ordinariamente nell’amena e gioconda Villeggiatura di Bagnoli del Vostro amico e Cugino,