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370 ATTO QUARTO
Lorino. Vi dirò... Non vorrei...

M. Saixon.   Sapete l’uso mio:
Non me ne importa un’acca, e riderò ancor io.
Leggiam. (apre il foglio)
Lorino.   Se qualcheduno li vuole, basta che...
Non so se mi capite.
M. Saixon.   Lasciate fare a me.
Amor, tu che sì poco regni nel suolo inglese, (legge)
Come cotanto foco milord nel cuore accese?
Amor, per vendicarti, dove non regni molto,
Un sol che vuol provarti, lo fai divenir stolto?

Bravissimo, son belli, son belli a maraviglia.
Lo stil conciso e forte a Sachespar1 somiglia.
Egli fu gran poeta, e tragico, e politico;
Ma il vostro stil francese è più frizzante e critico.
Lorino. Troppo onore, madama.
M. Saixon.   Andiam. No, no aspettate.
Se posso, di tai versi, vo’ che vi approfittiate.
Viene un... (osservando dalla parte del caffè)
Lorino.   Chi vien, madama?
M. Saixon.   Maestro Emanuelle.
Lorino. Egli non dà un quattrino, se gli cavan la pelle.
M. Saixon. Amante è di novelle; son critici, son vaghi.
Se i versi gli dan gusto, può darsi che li paghi.
Lorino. Vedrem, ma non lo credo. Avaro ei sempre fu.
M. Saixon. (Può esser che si giochino due partite di più!) (da sè)

SCENA V.

Emanuel Bluk e detti.

Emanuel. (Se è ver quel che si dice, Jacobbe anderà via.)

Possa egli andare all’Indie, e se ci va, ci stia). (da sè)
M. Saixon. Emanuel.

  1. Così le più antiche edizioni.