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340 ATTO SECONDO
Ma no, non fia mai vero, son cavaliere alfine,

Non deve la vendetta eccedere il confine.
Della Brindè io stesso voglio tentare il cuore.
Son vendicato assai, se mi promette amore.
Bastami che Jacobbe più oltre non ardisca;
Che l’opra coi consigli a me non impedisca.
Se con la bella unito a suo dispetto i’ sono,
Bastami ch’egli peni, e ogni onta gli perdono.
Madama non dovrebbe sprezzar gli affetti miei;
Ragione ho di sperarlo. Provisi. Andiam da lei.
(s’accia verso la casa)

SCENA VI.

Madama Saixon di casa, servita di braccio da monsieur Lorino, vecchio francese, ed il suddetto; poi Gioacchino.

Milord. Oh, madama. (incontrandosi colla Saixon, s’inchina)

M. Saixon.   Milord. (inchinandosi)
Lorino.   Vostro buon servitore, (a Milord)
Milord. Monsieur Lorin. (salutandolo)
Lorino.   Non siete, milord, di buono umore.
M. Saixon. Vedetelo, milord, questo Francese antico,
Vecchio, senza denari, e del buon tempo è amico1.
Lorino. Anche in età cadente, spogliato di ogni arnese,
Ha sempre il cuor brillante un nazional francese.
Milord. E voi che l’allegria sopra ogni cosa amate,
Sol perchè vien di Francia, da lui servir vi fate.
M. Saixon. Povero vecchiarello, mi piace perchè è fido,
Non se n’ha mal per niente, quando lo burlo e rido.
Io son così, mi piace talor prendermi gioco.
Milord. I vostri adoratori con voi dureran poco.
M. Saixon. Li cambio volentieri, e non ne sento affanno;
Monsieur Lorin, per altro, durato ha più di un anno.

  1. Così le edizioni del Settecento.