E tanto il suo sistema pel mondo si è diffuso,
Che le dottrine antiche sono di pochi in uso.
Anche del sesso vostro, per contentar le brame,
Evvi il Newtonianismo formato per le dame:
Opera peregrina di un veneto talento,
Della filosofia decoro ed ornamento1.
M. Brindè. Il calcolo de’ cieli trattiene i miei pensieri,
Mi piace con un quattro levar sessanta zeri.
Sento che un ciel dall’altro lontano è più milioni,
Ma ancor della distanza non trovo le ragioni.
Jacobbe. Piacemi che madama nello studiar s’impieghi,
E di tante altre a scorno, l’ozio detesti e neghi:
Ma perdonate, il cielo troppo è da noi distante;
Filosofar possiamo sull’erbe e sulle piante,
La terra, il mar, la luce, il mondo e gli elementi
Di studio e di scoperte ci porgon gli argomenti;
E rende più contento, e reca più diletto,
Allor che esperienza si unisce coll’effetto.
Tolgon macchine e vetri alla natura il velo.
Troppo da noi distante, troppo, madama, è il cielo.
M. Brindè. Questo calcolo solo spianar vorrei; venite.
Poi le question dei cieli per me saran finite.
Jacobbe. Verrò. Di compiacervi ho troppa obbligazione.
(Donna è alfin, benchè dotta. Ha un po’ di ostinazione).
M. Brindè. Favorite in mia casa.
Jacobbe. Ben volentier. Madama,
Ho da narrarvi poi... Evvi un milord che vi ama,
Che vi desia per moglie.
M. Brindè. Questo signor chi è?
Jacobbe. È milord Wambert2.
M. Brindè. Milord non è per me:
Non studia, non intende, non ha filosofia.
Per or di maritarmi non faccio la pazzia.
- ↑ In Francia, nel 1733, Francesco Algarotti scriveva il Newtonianismo per le dame.
- ↑ Così le edizioni del Settecento. In altre posteriori si legge: Egli È milord Wambert.