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IL FILOSOFO INGLESE 323
Emanuel. Non mentono i miei pari. Quando per noi si dice

Questa tal cosa è vera, nessun ci contradice.
Una parola nostra val più di un istrumento,
La fè che a noi si presta, prevale al giuramento,
Jacobbe è un menzognero. È ver, perchè io lo dico.
(Jacobbe è un temerario: Jacobbe è un mio nemico).
(da sè; entra nella bottega del caffè)

SCENA V.

Milord Wambert.

Jacob fosse mendace? fosse mentito il zelo?

La sua passion coperta della virtù col velo?
Emanuel è villano, stimato sol dai sciocchi;
Ma in caso tal può darsi ch’ei sappia e mi apra gli occhi.
Più che ci penso, il temo. Madama di Brindè,
Per esser letterata, donna non fia per me?
M’insulta, mi disprezza, e con sereno ciglio
Un tradimento infame maschera col consiglio?
Ah, se ne fossi certo... ma non lo sono ancora;
Di assicurarmi il modo ritroverò in breve ora;
E se egli fia maestro d’inganni e tradimenti,
Termineran, lo giuro, le tesi e gli argomenti, (parte)

SCENA VI.

Il signor Saixon dalla porta della di lui casa, poi Gioacchino.

Saixon. (Dalla porta della sua casa esce, e va a sedere sopra una

panca della bottega del caffè.
Gioacchino. (Gli porta una pipa da fumare, e senza dir nulla, ritorna
in bottega.

Saixon. (Fuma e non parla.