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duto avrebbe, Eccellenza, ch’io dar dovessi in quest’anno al di Lei Teatro una Commedia si fortunata qual fu l’Ircana in Ispaan?1Io lo stesso non me ne sarei lusingato. Dopo la Sposa Persiana, dopo il seguito alla medesima, intitolato Ircana2, dopo un argomento consumato in due rappresentazioni, fu temerario l’azzardo di lavorarvi sopra la terza; e pure sa l’Eccellenza Vostra se miglior esito si poteva desiderare. Voglio dire con ciò, che lavorando quasi continuamente, con animo di far il meglio che far si possa, escono dei parti più e meno felici, e di questi non si ha l’uomo da insuperbire, siccome per la sfortuna degli altri non dee avvilirsi. Ma io l’averò ben bene annoiata con questo foglio, in cui saltando, come dir si suole, di palo in frasca, dirà Ella che prima di scrivere non sapeva io medesimo l’argomento della mia lettera. Ma se mi hanno traviato alcune cose fuor del proposito, l’argomento è però soltanto per manifestare al mondo l’ossequio mio verso la di Lei Eccellentissima casa, e protestarmi col più profondo rispetto
Di V. E.
Umiliss. Dev. Obblig. Servidore |
- ↑ Si deve intendere l’anno comico 1756-57. L’Ircana in Ispaan fu recitata la prima volta sul teatro di S. Luca ai 24 nov. del 1756. La presente lettera di dedica uscì nel primo tomo del Nuovo Teatro Comico dell’Avv. C. G. (Venezia, Pitteri), che porta la data del 1757.
- ↑ Più nota col titolo di Ircana in Iulfa.