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LA CAMERIERA BRILLANTE 285


le parti da eroe; non posso adattarmi ad una parte di un uomo vile. Tenetela; non fa per me.

Argentina. Caro signor Ottavio, ella non ha sentito tutta la commedia. Non può giudicare della sua parte.

Ottavio. Intendo benissimo. So quel che dico; e vi dico che non la voglio fare.

Argentina. Signor Ottavio, brama ella per moglie la signora Flaminia?

Ottavio. Sì, Amore mi ha avvilito a tal segno. Per amore pospongo alla figliuola di una mercante il fiore della nobiltà.

Argentina. Se vuole la signora Flaminia, ha da far quella parte.

Ottavio. Ma perchè questo?

Argentina. Tant’è: l’ha da fare.

Ottavio. La natura repugna.

Argentina. L’umiltà è la virtù più bella degli animi grandi. Con questa ha da guadagnarsi la sposa; e s’ha da dire che il signor Ottavio ha condisceso a coprire sotto il manto dell’umiltà la grandezza de’ suoi pensieri.

Ottavio. La farò. Sì, per questa ragione, Argentina mia, la farò. (parte)

SCENA IV.

Argentina, poi Florindo.

Argentina. Anche questo è persuaso di farla.

Florindo. Come diamine volete ch’io faccia una parte di damerino?

Argentina. In commedia si può far tutto.

Florindo. Non vi riuscirò, e non la voglio fare.

Argentina. Vossignoria non sa niente. Pare a lei che la parte sia di un cicisbeo, di un damerino, di un affettato. Ma non è vero. Vedrà, sentendo la cosa unita, che tutte queste cose le pone anzi in ridicolo.

Florindo. Se la cosa fosse così...

Argentina. E così senz’altro. Si fidi di me.

Florindo. Avvertite bene.