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LA CAMERIERA BRILLANTE 261

Clarice. Perchè l’ha detto quella pettegola d’Argentina. (parte)

Argentina. Ed io voglio che venga il signor Fiorindo.

Pantalone. Mo perchè?

Argentina. Perchè non lo vuole quella pettegola di vostra figlia. (parte)

Pantalone. Tolè suso. Do matte, una più bella dell’altra. E intanto Arzentina no m’ha dito quel che la me voleva dir. L’ha tratto quel sospiro! Moro de voggia de saver per cossa che la sospirava. Gran barona che xe culìa, per farme far tutto a so modo; ma co se vol ben, se fa tutto. Gh’ho speranza che anca ela un dì la farà a modo mio. Dirò co dise i zogadori del lotto: Cento per el lotto, e una bona per mi. (parte)

SCENA VII.

Camera in casa di Pantalone.

Ottavio e Brighella.

Brighella. Me rallegro che la resti a pranzo con nu, lustrissimo.

Ottavio. Voi altri non sapete dir altro che illustrissimo.

Brighella. (L’è pien de umiltà. Nol vol titoli). (da sè) Ghe dirò, signor, se procura de usar quei atti de respetto che ne convien.

Ottavio. Se verrete a stare con me, imparerete.

Brighella. Signor sì. Farò quel che fa i altri.

Ottavio. (Sentendosi dire signor sì, fa dei contorcimenti di dispiacere.)

Brighella. Comandela qualche cossa, signor?

Ottavio. Niente, niente. È venuto alcuno de’ miei servitori?

Brighella. Signor sì, uno.

Ottavio. Qual è? Il cameriere, lo staffiere, il lacchè?

Brighella. Tutto quel che la vol.

Ottavio. Come, quel che voglio?

Brighella. Eh niente, védela; l’è quel che se chiama Traccagnin.

Ottavio. Sì sì, il buffone. Colui qualche volta mi fa ridere. Stamane fra le altre lo chiamo: Traccagnino. Eccellenza? Portami la cioccolata. Come la vuole vostra Eccellenza? calda o fredda?