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246 ATTO PRIMO


Clarice. Bella vita! bell’uso che fate del vostro tempo! Se sarò vostra moglie, seguiterete così?

Florindo. Io credo di sì.

Clarice. Nel vedervi soltanto, non mi credeva che foste così selvatico.

Florindo. Ora che lo sapete, regolatevi.

Clarice. Perchè volete dunque ammogliarvi?

Florindo. Perchè non ho nessuno; ho bisogno d’una moglie che mi assista e che mi governi.

Clarice. Durerete fatica a ritrovarla.

Florindo. Durerò fatica? Se non vi è altra abbondanza che di donne!

Clarice. Troverete qualche villana.

Florindo. Oh, io poi non faccio gran differenza da una donna a un’altra donna.

Clarice. Volete che ve la dica, che avete dell’asino?

Florindo. Ho per altro una cosa buona.

Clarice. E che cosa?

Florindo. Che non me ne ho a male di niente; anzi, quando mi sento criticare, ne godo e rido veramente di cuore. E vi dirò la ragione. Tutti al mondo hanno qualche pazzia: la mia è differente da quella di tutti gli altri; e siccome io condanno le altre, ho piacere che dagli altri sia condannata la mia.

Clarice. Eh già, siete di buon gusto in tutto. Hanno ragione, quando mi dicono che siete un uomo stravagantissimo.

Florindo. Sì, hanno ragione, l’accordo ancor io.

Clarice. Siete veramente un villanaccio.

Florindo. Benissimo, e così?

Clarice. Senza rispetto, senza civiltà, senza creanza.

Florindo. Vedete? Ora mi date gusto.

Clarice. E pretendereste ch’io fossi vostra moglie? Andate al diavolo.

Florindo. Se non sarete voi, sarà un’altra.

Clarice. Tanghero, somaraccio. (forte)

Florindo. Sì, tutto quel che volete.