Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, X.djvu/191


LA DONNA DI TESTA DEBOLE 185


dato il nome a questa nostra città, era la metà donna e la metà pesce. Come donna, dovrebbe dirsi di Partenope nostra; come pesce, di Partenope nostro. Donna Violante parla con fondamento; ed io la difenderò colla penna e colla spada, se occorre. (parte)

Violante. Viva l’eruditissimo don Gismondo.

Roberto. (Costui conosce il debole e mi soverchia). (da sè)

Violante. Non può negarsi che don Gismondo non sia un uomo dotto, e non abbia per me della parzialità e della stima.

Roberto. Ma io, signora...

Violante. Ma voi, ricusando di palesarvi autore di questa composizione, mostrate di averla fatta per bizzarria e non con animo di piacermi.

Roberto. (Proviamoci dunque). (da sè) Signora, poichè vi piace così, dirò essere io l’autore di codesti versi; e se tai versi vi sono grati, m’ingegnerò di farne degli altri simili per compiacervi.

Violante. Questo sarà il maggior contrassegno del vostro amore.

Roberto. Posso sperare di essere ricompensato?

Violante. Sì, sarete arbitro di me stessa.

Roberto. (Sarebbe la bella cosa, ch’io mi guadagnassi una ricca dote a forza di scrivere delle impertinenze). (da sè)

Violante. Che dite fra voi medesimo? Vi viene qualche bell’estro?

Roberto. Non ho la mente così pronta come la vostra.

Violante. Io, per dirla, sono felicissima nell’improvviso. Sentite un bel pensiere che ora mi viene in mente, a proposito di Giove e di Europa.

Se Europa io son per mio fatal decoro,

Prego Giove che voi trasformi in toro.

Roberto. Obbligatissimo alle vostre grazie. (ridendo va via)

Violante. Sentite, sentite. I miei versi lo hanno colpito. Egli corre a scrivere la risposta. Si vede che all’improvviso non ha abilità di comporre. Però la sua penna è una penna d’oro. Fra don Roberto e don Gismondo non saprei chi scegliere, non saprei quale di questi due preferire. Uno è istorico, l’altro è poeta. Tutti e due sapientissimi. E don Fausto, che se volesse avrebbe