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Flaminia. Come, se ci siamo tutti?

Zamaria. Della vostra compagnia ghe ne xe morto nissun?

Flaminia. Niuno, per grazia del cielo.

Zamaria. E pur giera sta dito che i aveva fatto tre o quattro duellia, che i s’aveva taggià el muso, sbusà la panza, che soggio mi? I ghe n’ha dito de quelle poche.

Flaminia. Oh, signore, chi volesse badare alle ciarle: ogni anno ne inventano delle graziose.

Zamaria. Cossa xe de quel vostro Leandro?b de quello che fa la parte da matto?

Flaminia. Sta benissimo. Questa sera lo vedrà recitare.

Zamaria. Sì? el xe qua? el xe vivo? Gh’ho a caro da galantomo. Poverazzo! ghe voggio ben come sel fusse del mio sangue.

Flaminia. Avevano forse detto anche di lui qualche cosa?

Zamaria. Una bagattella! I ha dito che el poeta l’aveva mazzà.

Flaminia. Non vi è mai stato un menomo che dir fra di loro1.

Zamaria. Xelo qua el vostro poeta? xelo vegnù a Venezia?

Flaminia. È venuto certo. Sarà qui sulla scena ad assistere alla sua commedia.

Zamaria. Oh bella! Se i m’aveva dito de seguro che noi vegniva più a Venezia; che el giera andà via, che el giera andà in Portogallo2.

Flaminia. Egli non è capace di mancare agl’impegni suoi3.

Zamaria. Oh via, donca me ne consolo tanto e po tanto. Prima con vu, la mia cara siora Flaminia, che savè che v’ho sempre volesto benc, e po con tutti sti siori. Vu sè quello che

  1. Questa ed altre favole eransi sparse per Venezia, nell’estate passata.
  2. Parla di se medesimo.
  3. Questa era la di lui moglie, che faceva la prima donna4.
  1. Che l’accordo tra il Goldoni e il Gandini non fosse perfetto, per causa della prima donna Teresa, si rileva dal cap. 17, P. II, dei Mémoires.
  2. Per il Portogallo era partita in quell’estate la compagnia Casali-Sacchi-Vitalba del teatro di S. Samuele.
  3. Il Gandini mancò poi a’ suoi impegni nel 1735, come vedremo.
  4. Teresa Gandini, ormai cinquantenne, passò nell’autunno del 1755 a Dresda, col marito.