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LA DONNA DI TESTA DEBOLE 149

Fausto. E chi sono questi, signora?

Violante. Ve ne potrei numerar più di venti. Ma ora, più recentemente degli altri, don Roberto e don Gismondo. Non si saziavano di dirmi di quelle cose che in verità mi fanno arrossire.

Fausto. Li conoscete voi bene, signora, quei due valenti uomini che vi colmano di tante lodi?

Violante. Non volete ch’io li conosca? La vostra domanda sarà misteriosa.

Fausto. Voi non conoscete che i loro volti; ma io conosco il loro carattere.

Violante. Spiegatevi; non vi capisco.

Fausto. Sono adulatori.

Violante. Eh!... caro don Fausto! Sono vostri nemici.

Fausto. Miei nemici? perchè?

Violante. Voi non vorreste ch’io praticassi nessuno.

Fausto. Perdonatemi. Non ho queste pretensioni.

Violante. Perchè dunque perseguitate don Roberto e don Gismondo?

Fausto. Io dico questo fra voi e me, che nessuno ci sente. Guardatevi, donna Violante, perchè vi adulano.

Violante. Chi sente voi, io sono una sciocca che viene lodata per adulazione.

Fausto. Compatite la mia sincerità. Vostro nipote non vi può insegnar cosa buona.

Violante. No? perchè?

Fausto. Perchè non ne sa nemmeno per lui.

Violante. Eppure l’esperienza prova in contrario.

Fausto. Io di questa esperienza così vantaggiosa non sono inteso.

Violante. Appunto vi aspettava con ansietà, per comunicarvi un primo frutto delle nostre lezioni. (tira fuori un foglio

Fausto. È qualche cosa che vi abbiano lodata quei due signori che erano qui da voi?

Violante. Sì, per dire il vero, l’hanno ammirata.

Fausto. Questo non basta per poter dir che sia buona.

Violante. Ma siete bene ostinato, o per dir meglio, sono bene io sfortunata con voi.