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108 ATTO TERZO

SCENA X.

Giannino e detti'.

Giannino. Presto, signor padrone.

Dottore. Che vi è di nuovo?

Giannino. Mi manda il notaro Malazzucchi... Lo conosce il notaro Malazzucchi?

Dottore. Sì, lo conosco; che vuole da me?

Giannino. Presto, non vi è tempo da perdere.

Dottore. Ma dimmi che vi è di nuovo.

Giannino. Mi ha detto ch’io cerchi di vossignoria, che lo trovi subito: manco male che l’ho trovato.

Dottore. E bene?

Giannino. Mi lasci prendere un poco di fiato.

Dottore. Ma sbrigati, se vi è qualche cosa di premura.

Giannino. M’ha detto che avvisi vossignoria subito, ma subito, subito.

Dottore. Subito?

Giannino. Che in questa casa... La padrona averà paura.

Dottore. Di chi?

Giannino. Il signor notaro Malazzucchi manda ad avvisare il padrone, che in questa casa ora, subito, in questo punto, vengono trenta sbirri.

Eufemia. Birri in casa mia? Ah povera me! (parte)

Dottore. Sentite, fermatevi. I sbirri? E tanto vi voleva a dirlo a Eufemia? (parte)

Luigi. Son qui, non vi abbandono, sono in vostro soccorso. (parte)

Aspasia. Sono venuta a tempo per vedere una bella scena. (parte)

Giannino. Capperi! la cosa preme. Ho fatto bene io a dirglielo presto; quando preme, so far le cose come van fatte. (parte)